Amp analizza l’attrazione della GenZ per il sonic branding e comei video brevi hanno cambiato l’approccio audio nei contenut

Amp, agenzia specializzata in sound branding recentemente entrata a far parte di Wpp, ha pub-blicato una nuova edizione del proprio magazine dedicata all’approfondimento della Gen Z e alsuo rapporto con l’audio e i brand

Published by: Brand News on October 26th, 2023

Amp Sound Branding halanciato la sesta edizione delproprio magazine, Amplify,con un approfondimento de-dicato alla Gen Z e al suorapporto con l’audio e il mar-keting delle aziende. GiàSpotify nel suo Culture NextReport aveva notato che il65% della Generazione Z - inati tra il 1997 e il 2012 -concorda sul fatto che l'au-dio li aiuti a vivere più profondamente una situazione o unmomento particolare. Da qui, l'importanza di compren-dere come i brand possano avvicinarsi a questa audienceattraverso l’audio, con integrità e autenticità. Nel suo stu-dio, Amp ha anche individuato alcune lacune, soluzioni ele migliori strategie di branding per rivolgersi e connettersicon i consumatori più giovani.

LA CLASSIFICA DEI BRAND PREFERITI della Genera-zione Z, stilata dal team di Research & Insight, vede intesta Nintendo, Playstation, Capri-Sun, Sephora e KitKatseguiti da Domino's, Apple, Netflix, Coca-Cola e Disney+.Ma solo 15 brand sui 72 analizzati vantano qualche tipodi asset sonoro, di cui solo una minima parte è contestua-lizzata in un'identità sonora complessa. Poche volteusano loghi sonori e musica di proprietà, mentre ricorronopiù spesso a musica stock, personalizzata e su licenza.Dal punto di vista sonoro, i brand più efficienti Capri-Sun,Nintendo, Apple, Nike e Coca-Cola riconosciuti per la loromusica personalizzata e i loghi sonori.

MEME SONORI. Anche i contenuti short-form hanno unruolo importante nel catturare l'attenzione dei giovani eanche in questo caso un logo sonoro può fare la differenza.

Secondo la ricerca di Amp, l'81% dei Gen Z ha ricono-sciuto i suoni dei brand utiliz-zati in un meme virale, quasiil doppio del 41% che ha ri-conosciuto i suoni dei brandal di fuori delle tendenze viralidi meme. Più della metà dellevolte il logo sonoro è stato as-sociato correttamente, a di-mostrazione dell’impatto deimeme sonori. Lo studio rilevaanche il fenomeno di vecchi asset sonori tornati in auge suTikTok e tag sonori personalizzati sotto forma di watermarkaudio, praticati anche dai marchi più piccoli che in questomodo riescono a rafforzare il proprio brand.

UNO DEGLI ASPETTI DI MAGGIOR DISCONNESSIONE tra brand e Gen Z riguarda l'implementazione del pro-cesso di branding sonoro. Vediamo infatti che i brand pre-feriti utilizzano 100 tracce in più all'anno nelle pubblicitàrispetto ai brand presenti nell'indice amp Best AudioBrands 2023. Anche qui, la differenza la fanno i videobrevi: i brand sono infatti incentivati a pubblicare grandiquantità di contenuti, ma questa quantità deve essere ab-binate alla qualità per catturare l'attenzione della Gene-razione Z, la quale attribuisce importanza all'autenticità eall’aderenza dei brand rispetto alle tendenze e alle modeculturali.«Anziché su un settore merceologico, stavolta abbiamoesaminato un segmento demografico di pubblico. Com-prendere la Generazione Z è di fondamentale importanzaper tutti, poiché saranno i prossimi clienti» ha detto BjornThorleifsson, Head of Research & Insights di Amp.

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Gen Zers can recognize brands based solely on ‘sonic memes,’ report says

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